STEP32
 

INDIPENDENZA UTENTE

Affidabilità e ripetibilità dei risultati
L'analisi del cammino è rilevante clinicamente in quanto consente di quantificare in modo oggettivo le anomalie del cammino, di comprenderne l'eziologia, di programmare percorsi terapeutici "ad hoc" ed infine di verificare i risultati ottenuti dopo periodi di trattamento anche relativamente brevi. È però evidente che queste potenzialità possono essere diminuite qualora l'esecuzione dell'esame, l'analisi dei segnali acquisiti e l'interpretazione dei risultati dovessero richiedere all'utente una profonda conoscenza di aspetti tecnici, biomeccanici e clinici: STEP 32 consente a chiunque di ottenere risultati affidabili e li presenta in maniera da renderne l'interpretazione intuitiva.

È NECESSARIO UN GRUPPO DI ESPERTI?

Ad una metodica di analisi strumentale si richiede di fornire risultati affidabili e ripetibili anche se l'operatore non è particolarmente esperto. Nell'analisi del cammino il problema dell'esperienza dell'utente è ancora più pressante di quanto non avvenga in altri tipi di indagini cliniche, in quanto il bagaglio di conoscenze sul quale l'analisi del cammino si basa è molto ampio: dall'anatomia all'analisi dei segnali, dal controllo motorio alla statistica, dalla biomeccanica del cammino alla conoscenza dei principi di elettromiografia di superficie ed invasiva.

In passato, l'analisi del cammino forniva risultati soddisfacenti solo quando era disponibile un gruppo di lavoro dotato di conoscenze nei diversi settori coinvolti - medici, terapisti della riabilitazione, bioingegneri, ... -, ma i costi legati al mantenimento di gruppi multidisciplinari composti spesso da tre a cinque o sei professionisti rendevano questa tecnica un "lusso" alla portata di pochi.

Inoltre, sino a ieri una delle cause che hanno contribuito a limitarne fortemente la diffusione è certo stata la forte dipendenza dei risultati dalle abitudini e dagli strumenti usati in laboratori differenti. Gli sforzi fatti a livello internazionale per proporre protocolli di analisi comuni, metodologie di registrazione condivise tra laboratori differenti, formati dei file di risultato facilmente scambiabili hanno migliorato la situazione, ma non hanno risolto il problema in modo definitivo.

Troppo spesso, ancora oggi, i risultati vengono "polarizzati" da scelte soggettive eseguite dall'utente - la frequenza di taglio di un filtro passabasso, la soglia di un rivelatore, ... -, che non raramente possono compromettere il contenuto informativo dei segnali e quindi indurre errori di interpretazione.

La soluzione: rendere per quanto possibile l'analisi indipendente dall'utente, di fatto limitandone l'interazione con il sistema al minimo indispensabile. Ma così facendo, non si limitano le possibilità dell'operatore "capace"? No, se le tecniche di elaborazione proposte garantiscono di mantenere inalterato il contenuto informativo dei segnali e consentono di presentare i risultati in una forma intuitiva, concisa e non ambigua.